Champagne Leriche-Tournant 2014

Prima o poi aprirò una nuova rubrica intitolata “Recherche”, di proustiana memoria, per raccontare l’affannosa esplorazione del nostro Editore.

Siamo in zona nota, nel cuore della Marna, tanto per intenderci ad una quindicina di chilometri a sud-ovest di Reims, zona che peraltro si sta tornando a dedicare al mio amato Pinot Meunier. RM, millesimato, ma stranamente senza indicazione di classificazione di cru. Qui di Meunier non ce n’è, anche se la mia sensazione e di farlo tendere alla tipica albicocca del “mugnaio”… sarò un po’ condizionato, ma non incide, o perlomeno non tocca le mie corde. Indubbiamente ben fatto, sopra la soglia di molti spumanti italiani, che oggi sono capaci di costare ben di più, ma… monotono, troppo facile per essere Champagne!

d.c.

Champagne Barbier-Louvet

Ed intanto l’Editore cerca… beve e cerca… e per fortuna che, godendo del privilegio della sua amicizia, lui fa godere anche me! Cerca, stappa (oggi, vivaddio, soprattutto Champagne!!!), beve e poi… cerca, cerca… Ed io che pensavo di sapermi anche orientare: mi si dica chi ha mai bevuto uno Champagne proveniente da Tauxières Mutry (che per gli ignoranti come me è a circa 4 chilometri a nord di Ay, ma al di sotto della collina di Mailly): Signori… Grand Cru! E che Grand Cru!!! In formato da alcolisti dichiarati, il vino esprime tutto il suo essere Pinot Noir, anche se assemblato “solo” con il 60%. Una espressività visiva degna della tavola di un reale, con una bollicina microscopica ed infinta. Un frutto maturo, croccante in bocca. La mineralità incisiva, forse anche commovente. Una persistenza immensa.

Cerca Editore… cerca!

d.c.

Sabolla 2020. Vermentino Isola dei Nuraghi

Dopo lo show-cooking è giunto il tempo della “Sommelerie spectaculaire”? Bevuta in un recente viaggio nel Sud della Sardegna, la bottiglia è stata sboccata a tavola ed immediatamente servita agli assetati. Evidentemente Non Dosato, il vino, da uve di Vermentino del Sulcitano, ha presentato immediatamente le caratteristiche di un “campione da cantina”… Interessante? Non c’è dubbio! Soprattutto nell’espressività del frutto. Ma parimenti scontroso, duro, mi permetto di affermare ancora sconnesso. Però, visivamente splendido: brillante e dalla bolla nobile e finissima. Da riprovare in “tiratura” classica, con almeno qualche mese di riposo dalla sboccatura.

d.c.

FIVI – PIACENZA MERCATO DEI VINI 2022

Salgono a 873 gli espositori presenti alla kermesse 2022 dei vignaioli indipendenti tenutasi a Piacenza dal 26 al 28 novembre. Entriamo nel palcoscenico del mercato Fivi una vera e propria arteria pulsante del mondo del vino. Un padiglione in più rispetto alla precedente edizione e tanto tanto succo. Iniziamo con un saluto e un ringraziamento agli amici di De Vinosalvo con gli entusiasmanti shiraz e sangiovesi maremmani di Alison. Seguono due chiacchiere con Federico che ci fa immergere nei sentori dei vini di famiglia, tra nascetta, dogliani e barolo, solo per citare alcune delle primizie firmate Anna Maria Abbona. Poi ritroviamo Paolo di Fioretti-Brera e il suo rosso conero riserva, new entry Fivi, ma già da tempo mia grande passione.  E adesso un irrinunciabile passaggio da Luigi di Musto Carmelitano, viva l’aglianico del vulture! Ci raggiungono editore e consorte, facciamo subito un saluto ad Anna, brand ambassador di Ronco Calino, tra i migliori metodo classico provati in fiera. A proposito di effervescenza franciacortina, giungono piacevoli conferme da Cavalleri, Enrico Gatti e Rizzini. Seguono “infiniti” apprezzati assaggi, con piacevoli sorprese e gradite conferme. Scopriamo Sara&Sara: ribolla, friulano, sauvignon e picolit dalla bellissima beva, poi ci spostiamo in trentino da Klinger di cui mi ha colpito il Trentodoc ma stupito la nosiola. Sempre in tema di bolle delle dolomiti conosciamo Giulio Larcher poi una conferma con quelle di Maso Corno che anche con il suo pinot nero non scherza affatto. Saliamo in Alto Adige da Salurnis giovane azienda dal profondo lagrein. Ora in Piemonte da Mario Costa tra arneis e un elegantissimo roero. E ancora giù dall’unico produttore del Molise, ci accoglie di persona Caludio Cipressi, tintilia dalla bolla al rosso, che spettacolo. Chiudiamo con un assaggio piacentino da Barattieri con il suo monumentale vin santo da malvasia di candia aromatica. Siamo giunti alla fine, due giorni davvero intensi, non me ne vogliano quindi i non menzionati visitati e non……

Grazie davvero a tutti, avanti così!!

R.R.

IL ROGITO.
CANTINE DEL NOTAIO.
AGLIANICO DEL VULTURE

Rosa carico dall’intrigante trasparenza, questo “succo” di aglianico invoglia la beva già alla vista. Ma sono i croccanti sentori di frutti di bosco immersi in note speziate ad attirare l’assaggio. Potente e fresca morbidezza che avvolge il palato con toni floreali e scalpitanti frutti rossi. Da bere a casse, ma attenzione ai 13,5 gradi, sempre di aglianico stiamo parlando e qui la grinta del Vulture si fa sentire!!

R.R.

Orestilla 2017. Montonale. Lugana doc

Da riprovare! Mi attendevo più decisione, più carattere, un’intensità di frutto superiore, ed invece tutta l’espressione su toni tenui, delicati, forse anche un po’ spenti. Probabilmente la bottiglia, forse la batteria di vini precedenti, sicuramente più muscolari, però necessito di riverificare, prima di farmene un giudizio definitivo (anche perché questo vino è balzato, qualche anno fa, agli onori della cronaca… mi dispiacerebbe prendere atto che non ne capisco più un tubazzo!!!)

d.c.