Francesco Iacono. Dosaggio Zero. Riserva 2008. Villa Crespia.

Questa è una bottiglia che mi è sempre piaciuta! La cantina ha prodotti e produzioni “alterne” (…), ma il Dosaggio Zero Riserva è proprio un buon Franciacorta. 12 anni di bottiglia di cui 4 dalla sboccatura hanno donato solo un giallo intenso al colore, ma i profumi, intensi, sono di frutta fresca e l’acidità appare ancora violenta con la struttura del vino molto appagante al palato.

d.c.

Rocca Sveva 2005. Amarone della Valpolicella. Cantina di Soave

C’era un tempo (… oramai inizio tutti gli articoli così!), in cui, a casa mia, se un Amarone non aveva almeno vent’anni non era pronto!

E così ho atteso paziente per questo 2005, scommettendo note ancora giovanili. Ed invece sono arrivato appena appena in tempo per incontrare la chiusura dell’arco dell’arcobaleno…

Nonostante un giusto periodo di ossigenazione,  la riduzione ha bloccato fragranze e profumi per alcune ore, per poi concedere solo alcuni accenni di prugna e cacao. In bocca la freschezza è ancora invitante, ma tutto svanisce rapidamente, troppo rapidamente lasciando solo una scia alcolica.

Ma dove si sono nascosti i miei vecchi Amaroni?

d.c.

Boccadoro Satèn. Franciacorta

C’era un tempo, in cui giovane mi applicavo con ardente intensità allo studio del vino; ed in quel tempo mi ero ripromesso di bermi, nel corso della mia vita, tutta la Champagne, dalle grandi maison agli sconosciuti garagiste: impresa eroica che solo i giovani dall’incosciente coraggio potevano progettare, ignari della relativa titanicità (e probabilmente irrealizzabilità). Ma oggi, canuto e più prudente nelle “stappature“, mi domando seriamente se sarò in grado, nel mio percorso senza meta, di riuscire almeno a bermi tutta la Franciacorta, pur essendovi di casa… Sempre nuovi produttori nascono, nuove etichette attirano i miei sguardi, e più flebile diventano le mie certezze…

d.c.

Villa Trasqua. Brut. Vsq

Per la rubrica “Vini strani dal mondo”, finalmente un campione che non vede l’Editore come scopritore (in effetti la rubrica più coerente per il nostro Editore dovrebbe essere “Strani vini dal mondo sorprendenti”…). In effetti questo Spumante di Qualità Brut da uve Sangiovese è effettivamente strano, sorprendente… ancora non lo so!
Molto corretto al palato, anche di discreta struttura, ma alla fine un po’ banale. La domanda da porsi è quindi: ma avevamo veramente bisogno di un ennesimo spumante, quand’anche particolare perché prodotto da uve rosse? Io dico di no! A Castellina in Chianti, per favore, lasciatemi solo il mio adorato Chianti!

d.c.