Il rischio che qualcuno dei nostri 3 (o forse 3.000) lettori, pensi che nei confronti del nostro “amico” Andrea Picchioni si abbia un occhio di riguardo, è effettivamente elevato. MA CHI SE NE FREGA! Evidentemente quei 3 (o 3.000) lettori non hanno mai bevuto i vini provenienti da Canneto Pavese, e non sanno quanto ‘sto Picchioni sia bravo! Inutile parlare dell’eroismo della sua viticoltura: basta leggerne le etichette. A me interessa parlare solo del suo vino e cercare di trasmettere le emozioni che tutte le volte mi prendono.
Bottiglia del 2012. Da nessuna parte si tratta dei vitigni ( Croatina 90% ed Ughetta di Solinga), ma solo della vigna forse destinata a certo espianto. Rosso rubino nel bicchiere, con qualche pennellata violacea, nonostante il lustro dalla vendemmia. Ha corpo solido, la roteazione è viscosa, le pareti di vetro lacrimano in mille rivoli. I profumi sono succosi, ricchi di frutta rossa, dalla ciliegia alle bacche di bosco. Sono profumi freschi, giovanili, non si percepiscono note terziarie. Ed in bocca esplode imponente. L’acidità è sferzante, necessaria dotazione di freschezza per controbilanciare il calore proveniente da un tenore alcoolico muscoloso. Tutto è netto, percettivamente misurato. Equilibrio sublime, persistenza infinita.
L’unico rammarico è che il vino poteva riposare ancora almeno un altro lustro in bottiglia…
d.c.
…rosso rubino ed i mille rivoli…
Il sorprendentemente perfetto abbinamento ai Gnocchi di colla “camuni” (…si! Quello che scorgete sul fondo è burro!!!)