Cuvée 600uno, Concilio spa, Trento doc.

Ma bravo Vincenzo! Le aspettative non potevano di certo essere smisurate: Brut di produzione industriale, 6 eur (si si ! Ho scritto 6 eur…) alla bottiglia. Riposto in ghiacciaia per accompagnare qualche aperitivo improvvisato. Ed invece il prodotto è assolutamente corretto: forse, anzi sicuramente agevolato da una sboccatura non datata (giugno 2016), scende nel bicchiere di un bel giallo paglierino carico. Profumi di frutta gialla matura “da chardonnay”. Palato preciso, pulito, “rinfrescante”. Per fortuna mi sono lasciato fregare e ne ho acquistato un cartone… in Franciacorta avrei ottenuto a pari investimento un bottino molto più scarso!

d.c.

Barbera d’Alba doc: Lablù 2012, Damilano; Trevigne 2014, Domenico Clerico.

Il sabato la Barbera d’Alba di Damilano: facile, fruttata, piacevolmente succosa, ma con una acidità che sorregge costantemente la beva. Un inno alla convivialità. “Versato” su strabilianti Plin dell’Antico Pastificio De Filippis nel cuore della prima capitale d’Italia.


La domenica la Barbera di Domenico. Impostazione diversissima. Cupa, profonda (anzi profondissima), complessa e concentrata: nata per stordirti e stupirti. Difficile ad occhi chiusi riconoscere il vitigno, che si può solo intuire per la freschezza che traspare dopo che le papille si sono rilassate dalla corposità del fluido. Di persistenza impressionante.



  d.c.

On attend Emmanuel

Vive la France! Vive la France!!! Non troppo, anzi per nulla interessato alle vicende presidenziali transalpine, ho ben pensato di festeggiare il futuro Roi de France nell’unico modo che io conosca.


Champagne. Blanc de Blancs di uno dei Grand Cru a me graditi: Bouzy.  BARON DAUVERGNE. Elegante, cremoso, infinito al palato, il perfetto accompagnamento a qualsiasi cosa.


Ma non contento e seriamente intenzionato ad intonare al meglio la Marsigliese ecco la vera perla della serata:

Chablis, Grand Cru, Vaudésir, 2007, Jean-Paul & Benoit DROIN.


Un colpo di cannone! Scende nel bicchiere con una veste giallo oro, non intensissima, dando attesa di un prodotto perfetto, di incredibile concentrazione ed intensità. Ed all’olfatto di nuovo un colpo di cannone! Se ne percepisce nettamente il tipico (tipico solo nei grandi Chablis) profumo di canna da fucile ovvero di polvere da sparo, ma poi qui dentro c’è tutto! C’è un’intera macedonia di frutta gialla matura, con spruzzate d’agrumi. Ma c’è anche una leggera speziatura di erbe aromatiche. E’ talmente affascinante e perfetto che non riesci ad allontanare il naso dal bicchiere, e l’ossigenazione del liquido ora esalta alcuni profumi, ora altri, mantenendo un equilibrio sempre mirabile. Al palato la rotondità della concentrazione, ammorbidita da una componente di alcool (13,0% vol. inusuale) e polialcolica impressionante, anche qui perfettamente equilibrata da una freschezza che seppur non sferzante regge l’intera tessitura strutturale. 

Allons enfants de la Patrie….

d.c.


Albino Rocca, Barbaresco DOCG 2013.

Mi ha sempre emozionato nonchè suggestionato, fin da giovanotto, quella strada Rabaja che risale il dolce crinale della collina, e soprattutto quella via che si apre a destra: la Strada Giro del Mondo. E ti domandi (e mi domandavo): dove porterà? Da nessuna parte! Sei arrivato! Tutto il mondo è lì! Sei nel (mio) cuore del Barbaresco!

Frequento queste bottiglie da anni, e da anni bevo Albino Rocca (che in realtà è qualche decina di metri prima del Giro): è con queste bottiglie che ho compreso la mia incurabile nebbiolodipendenza.

E di conseguenza, anche questa volta, vale il silenzio…

d.c.

Io per te, Prime Alture, Brut Metodo Classico. OltrePo’ DOCG

Capitato per motivi lavorativi nell’ incantevole Resort, ad un passo da Casteggio, me ne sono venuto a casa con 3 bottiglie, delle quali una è stata immediatamente sacrificata alla mia curiosità.

Tipico Blanc de Noir da sole uve di Pinot Nero, si presenta nel bicchiere nella giovanile veste di un giallo scarico, con pennellate verdognole, perlage nobile caratterizzato da infiniti spilli di carbonica. Olfattazione entusiasmante, molto fruttata tra note di albicocca e di un agrume dolce, di rara finezza e purezza. Molto francese.  Più incerto il gusto, forse troppo condizionato da una dolcezza da liqueur un po’ troppo invasiva, che di fatto si trascina in persistenza. Forse il campione è ancora troppo giovane, non avendo ancora digerito una sboccatura probabilmente del gennaio 2017.

d.c.

Elegante nel suo insieme la bottiglia.

… un po’ meno la retroetichetta che però rappresenta tutte le informazioni necessarie.


Tappo nobile, di elevata qualità. Peccato (per i collezionisti)  la presenza di una capsula anonima.

Cardass 2015, Luretta, Colli Piacentini doc.

Certificazione BIO; da uve di Sauvignon Blanc.

Giallo paglierino alla vista, meno carico delle attese. Agrumato all’olfatto, con una netta sensazione di pompelmo, ed una rassicurante camomilla di fondo. In bocca imperioso, sorretto da una muscolosità alcolica indomita e da una decisa nota di sapidità; forse pecca leggermente di freschezza. Tornano aromi di agrumi ed ora di pompelmo rosa, più dolce, ed una sensazione amarognola vegetale piacevole che ricorda il gusto del carciofo. L’alcool così importante ne sfalsa la persistenza.

d.c.


La retroetichetta, elegante come il fronte, completa di tutte le informazioni necessarie per leggere il vino.


Tappo signorile e di ottima qualità.

L’abbinamento della cuoca.

Cherubino, Az. agric. Pomodolce in Montemarzino, Vino da Tavola. Marca Obertenga.

Scopro, ma solo dal sito internet (di discreta fattura) che trattasi di un assemblaggio di Barbera al 85% e complemento a Croatina. 4.000 bottiglie prodotte. Raccolto in un mio passaggio per le terre di Tortona.  Presumo, dalla retroetichetta, vendemmia 2013. Note di degustazione? CHE BUONO!!! Inaspettatamente buono, straordinariamente sorprendente! Appare nel bevante con un vivido rosso rubino, sinamai brillante (lo so, lo so che non è l’aggettivo tecnicamente più appropriato, ma ne è sicuramente la caratteristica più rappresentativa). Profumi tenui, puliti, di frutto rosso, molto eleganti. Ma è in bocca l’accelerazione di qualità: molto fresco, avvolgente, con il frutto rosso di prima (forse su tutti il ribes) che rende l’assaggio gustoso ed appagante. Di giusta persistenza, non troppo impegnativa, ma che invita al prossimo sorso (pericoloso visto un grado alcoolico non propriamente di immediata digeribilità). Buono, buono, buono…. what else?

La curiosità invoca il desiderio di rintracciare Timorasso e Nebbiolo dello stesso produttore…

d.c.


Per fortuna almeno l’indirizzo internet… solo per capirne qualcosa di più!

  1. Tappo a vite! Ma il vino ha apparentemente quasi 4 anni, e non solo è perfetto, ma direi che è assolutamente giovane.

Panorama.

Baitinin 2016, Berry and Berry.

Assemblaggio di Vermentino e Pigato per questo vino che osa la tavola snobbando la denominazione e presentandosi con un habillage tipico per un whisky… Potrete immaginare la curiosità. Curiosità ben ripagata da una bevuta di notevole struttura: olfatto pulito, con fiori di campo, ma una decisa e gradevolissima nota salmastra. L’esplosione in bocca, tra una acidità sostenuta e la ribadita nota salina, che allunga i tempi della persistenza gusto olfattiva.

d.c.


Pigato 2016, Enrico Dario, Riviera Ligure di Ponente doc

Ha dentro l’estate questo Pigato, semplice, sincero, che ha accompagnato la straordinaria cena a base di pescato “vivo”.

Prati fioriti. Acidità pulente; ma soprattutto è la nota salina la caratteristica che sorregge la bevuta ed accompagna il naturale abbinamento a piatti ittici, siano essi di crudo, che frutto di una cottura in casseruola. 

Prezzo? Io l’ho pagato 7 Eur! Fuori di testa!

d.c.



Se passate di qui, la sosta è obbligo!

Prosecco Superiore DOCG Extra Dry, Conegliano Valdobbiadone, Le Fade, Az. agric. Luca Ricci.

Le regole sono regole! E la regola che si sono dati, qui in questo cahier dei ricordi, i nostri 3 Winesnobs è che quando un vino non va…. proprio non va! E nonostante la nostra atavica sete, che spesso aiuta a perdonare qualche difettuccio, quando un vino non racconta nulla, è inutile salvarlo alla lettura e soprattutto dal consumo dei nostri innumerevoli lettori!

Inespressivo, senza sostanza: olfatto inesistente, struttura al gusto sorretta esclusivamente da un assaggio ghiacciato. Persino la dolcezza ricercata è sottotono. Dedicato ad aperitivi anonimi…

d.c.