Fama e sorpresa

Celeberrimo il cru di Corvina veronese da cui gli ancora più famosi Allegrini producono un vino oramai passato nella leggenda ossia La Poja. Oggi ho avuto la fortuna di aprire un esemplare del 2006, figlio di un’annata importante. E la nobiltà della vendemmia è tutta riscontrabile nel bicchiere: vino importante e complessissimo fin dall’olfatto giocato su note terziarie travolgenti tra cuoio, tabacco e prugna disidratata. Al palato fine ed elegante, mai troppo invasivo, ancora di puntuale freschezza.

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E poi divertirsi a cercare tra le cataste di bottiglie qualcosa che possa assomigliare, per provare un confronto: Igt 2006 La Poja vs Igt Corvina Veronese 2011 di David Sterza. Apparentemente imparagonabili (anche in punto di prezzo) rincorro il paradosso… E mi azzardo a far seguire il più giovane (e minimamente titolato) alla celebrità! Inchiostro alla vista, meno consistente nella rotazione del bicchiere rispetto al decano: sottotono l’aspetto olfattivo in tema di intensità ma i profumi sono eleganti e giocati su note di frutta dolce scura. In bocca… La sorpresa! Gradevolezza di altissimo livello, rotondo, freschissimo, tannino già setoso, di persistenza infinita. Evidentemente da tenere con tranquillità in affinamento per qualche anno ancora.  Bottiglia che se ricordo bene viene a casa con voi con meno di 10 eur.

 

 

Mjère 2014

Caldo e carico di rosso fuoco come solo un tramonto salentino sa essere. Vendemmia, la 2014, particolarmente generosa di calore alcolico e di un fresco frutto rosso che riempe il palato e che inneggia ad un altro calice.

Non so cosa mi abbia spinto in pieno inverno ad aprire una bottiglia, una di quelle che rubo costantemente dalla cantina di Paolone, tipicamente estiva: sì perchè proprio in una calda estate salentina di una decina di anni fa è nato il mio amore per questa cantina pugliese (Michele Calò e figli); assaggiato quasi per sbaglio presso il ristorante Angolo Blu di Gallipoli, fu colpo di fulmine! Ridegustato qualche giorno dopo (credo che si trattasse della vendemmia 2005) a Santa Maria di Leuca (una foto nei miei ricordi immortala gamberoni crudi, bottiglia nel ghiaccio e 4 piedi direttamente nel mare più bello del mondo…) non poteva non far schioccare l’immortale scintilla.

90% Negroamaro 10% di Malvasia Nera Leccese, Indicazione Geografica Protetta. Da quella qui raccontata ho avuto la fortuna di degustare altre 5 vendemmie: nessuna come quella del 2014 mi ha dato  però l’impressione di tanto calore e frutto, pur su una apprezzabile struttura di acidità. Vendemmia particolare o cambio del progetto commerciale dei rosati salentini? La vendemmia 2015 ci darà la risposta! Paolone per quando hai prenotato le ferie?20160306_162235