Franciacorta, I love You…? X puntata.

Dovrò modificare il titolo della mia rubrica, perché da qualche giorno a questa parte sto approfittando troppo del punto di domanda! In attesa che i miei compari ci raccontino il viticoltore, io continuo a raccontarvi il vino. Qualche giorno or sono ci siamo abbandonati ad un Rosé fuori disciplinare Franciacorta, molto particolare, oggi ci dedichiamo ad un non dosato rispettante le indicazioni del disciplinare, ma non per questo meno particolare del primo.Siamo sempre in compagnia di un prodotto dell’azienda agricola Il Pendio di Michele Loda, in Monticelli Brusati:Il Contestatore Pas Dosé.Certamente magnetica la dichiarazione di questa etichetta per dei degustatori anarchici quali siamo noi, ma in realtà pare solo il nome del cru di provenienza delle uve esclusivamente Blancs…. Una cosa é assicurata però: non ci sarà contestazione, ma di particolarità questo vino ne ha veramente tante. Millesimo non indicato, ma una data della controetichetta richiama un’annata 2011. Olfatto giocato su note di frutta matura, ma su sensazioni niente affatto dolci. Anzi una nota metallica ed affumicata lo accompagna in profondità. Ma lo stupore (ed il dubbio) in bocca, dove è forte la percezione del processo di spumantizzazione seguita: il vino base è una classica vinificazione in bianco, senza gli eccessi di acidità di vendemmie precoci. Ed infatti non sarà la spalla acida, seppur presente, ad essere l’arco di volta della struttura: il vino davanti a noi è sapido, insolitamente sapido e quella nota fumé del naso ritorna come leitmotiv nella retrolfattazione del cavo orale. Ricorda fortemente i Franciacorta delle origini, o perlomeno di 25 anni fa. Qualche forte ricordo o ispirazione dei grandi Maestri transalpini? Tradizione come forma di contestazione? Lascio ai miei esperti maestri la risposta.

d.c.

Franciacorta, I love you…? IX puntata.

Scendo dall’empireo degli ultimi incontri, e torno finalmente a casa: Franciacorta Essence Brut 2010 Antica Fratta (Monticelli Brusati, deg. 2015 luglio (credo), 13%volume alcolico). Perché il punto di domanda? Perché in un raro momento di clemenza mi sono chiesto quale potesse essere il motivo per penalizzare un prodotto di fattura integerrima, pulito, elegante, non solo senza difetti, ma ben equilibrato in tutte le sue parti: come uno scolaro a scuola un po’ (tanto) secchione e con tutti gli 8 in pagella. Solo che noi preferiamo la vivace irrequietezza del più scalmanato… Tanto poco equilibrato quanto imprevedibile. Ecco! Il brut sacrificato al nostro oblio è perfetto quanto prevedibile: è fresco al punto giusto; è rotondo, con un bel frutto giallo dolce ed una nota agrumata (di composizione da uve chardonnay e pinot nero) al punto giusto; ha una piacevole persistenza al punto giusto. Non credo che sia senza anima, ma è tanto noioso…pur se di godibilità al palato significativa. Merita però  una menzione l’eleganza della bottiglia (qui in formato magnum) e dell’habillage decorativo.

d.c.

Franciacorta, I love You…VIII puntata.

Ieri un Rosé franciacortino solo per origine di produzione, ma non per denominazione e disciplinare, oggi un Franciacorta Rosé perfettamente DOCG. Era da tempo che attentavo all’apertura della bottiglia detenuta in cantina, ma la voglia di confronto tra vini ha avuto oggi il sopravvento. Ieri un Pas Dosé oggi un Brut: é il “Rosi delle Margherite” della cantina Le Cantorie in Gussago. Pinot nero in purezza, qui nella spumantizzazione più classica, non per salasso, ma per macerazione sulle bucce per qualche ora. Colori tenui, con un rosa leggero e dagli evidenti bagliori ramati. Olfatto di piccoli frutti rossi di bosco, ma anche qui la nota di vinosità, tanto invasiva nel non dosato di ieri, ritorna: più tenue ma in sottofondo continuo. Molto decisa l’entrata al palato, fresca, tartarica, poi avvolgente con sempre un frutto rosso e vinosità che via via si trasforma in calore. Persistenza notevole, con una nota finale amaricante ma mai spiacevole.

d.c.

Metodo Classico Rosato in terra di Franciacorta.

Qui siamo fuori dal disciplinare della Docg, pur rimanendo nei confini geografici della Franciacorta: l’azienda Agricola “Il Pendio” di Michele Loda in Monticelli Brusati, che già produce Pas dosè classici e vini rossi abbastanza liberi (in termini di disciplinare, e lo sottolineo come aspetto positivo), presenta oggi ai nostri occhi ed alle nostre papille un vino quantomeno…strano!Abbiamo già detto: Vino Spumante di Qualità, naturalmente Metodo Classico, Pas dosè, Rosè, prodotto con la tecnica del salasso, o come direbbero ad Ambonnay “rosée de saignée”, come alcuni tra i più grandi Champagne. È il Brusato Rosa, che la scheda tecnica svela essere un millesimo 2011. Da sole uve pinot nero.

Il colore è un elegante rosa tenue, ma già al naso arriva l’intensità vinosa di un pinot noir molto fruttato. E questa vinosità avvolge anche il palato, che rimane dominato da una sensazione di frutto rosso e di un po’ di calore.

Nel suo complesso ne apprezzo un equilibrio ed una eleganza discreta, ma su tutto l’utilizzo di una tecnica qui desueta.

d.c.

Franciacorta, I love you… VII puntata.

Nonostante una sboccatura nel primo semestre 2016 il campione, in entrambe le bottiglie (rapidamente scolate) è apparso di un equilibrio straordinario. Sto trattando l’assaggio di un Faccoli extra brut (delle mie preferenze gustative non vi tedierò più) che è apparso nella cena di questa sera di una bellezza e bontà egregia. In barba all’aspettativa di un vino “duro” o perlomeno tracciato su solchi tartarici, qui il frutto la fa invece da padrone: un frutto vivo, giallo, elegante persino dolce, probabilmente evocato dalla componente di chardonnay dell’assemblaggio (qui sposato a pinot nero e pinot bianco). Pulita l’uscita dal cavo orale, davvero fresca ed invitante al nuovo sorso. Giusta persistenza. Da consumare senza inibizioni… Possibilmente accompagnato da una croccante tempura, con sottofondo musicale il pianoforte stregante di Bill Evans sulle note di “Waltz for Debby”.

d.c.


Franciacorta, I love You… VI puntata… Pensavate di esservi liberati di me?

Pronto a partire finalmente per le ferie, in attesa che il nostro Dino ci racconti i suoi eccessi goriziani e che Paolone torni con il suo solito carico di straordinari rosati salentini, ma come facevo…ma come facevo a non salutarvi stappando un Franciacorta.
Sono andato sul sicuro, aprendo un vino che già apprezzo da tempo, un Blanc de noir non dosato della tenuta Villa Crespia della cantina Muratori, il Cisiolo: sempre tagliente, incisivo ma pulito con un equilibrio strabiliante, fra le sue durezze…Il campione sacrificato era sboccatura 2014, ma nella mia cantina trovasi bottiglie (ahimè non più numerose) con sboccatura dal 2012 alla recentissima. Non so se sia il prodotto più venduto dalla cantina, credo però che sia uno dei più indovinati.

Per cui in questo mio saluto di congedo (per qualche giorno…) dalle nostre chiacchiere, anche un invito per una prossima degustazione tecnica di raffronto dello stesso prodotto declinato nella profondità delle sboccature.

Buone vacanze amici miei.

d.c.

Franciacorta, I love You… V puntata… Ma che fine hanno fatto i Saten ?

Oramai mi conoscete bene e saprete come alle morbidezze dello Chardonnay, peraltro poco “gasate”, prediligo le durezze, anzi le spigolosità dei non dosati, ma complice un’apertura inattesa, ho incontrato un piacevole Saten. Ma a tale proposito: che fine hanno fatto i Saten? Si stanno progressivamente estinguendo? Si sta restringendo il mercato ? Stanno cambiando i gusti dei consumatori ? Mi piacerebbe sapere da un produttore cosa stia succedendo. Certo che gli investimenti in passato non si può dire che siano stati risparmiati! E non so quanto siano stati ripagati…Ricordo che meno di una decina di anni fa non si faceva altro che chiedere Saten; poi era diventato il vino per signore. Ma oggi?
Sarà forse questo il motivo per cui mi è poi piaciuto così tanto il Solive Saten (sboccatura Maggio 2013): morbido, elegante, pulito nonostante una temperatura di servizio non perfetta (che avrebbe sottolineato i difetti qualora presenti). Ed invece si è dimostrato molto equilibrato, con una gradevole persistenza. Che sia arrivato il tempo per cominciare ad accatastare i Saten rimasti?
Cascina agrituristica Solive dei F.lli Bariselli, Erbusco.
d.c.

Franciacorta…I love You. Quarta puntata.

Più volte ho raccontato di come, in Franciacorta, la mia preferenza vada, e di molto, per le tipologie “non dosate”. E nel mio inquieto vagare mi sono imbattuto in Numero Zero, non dosato di Villa Crespia, da sole uve chardonnay: cuvèe dalla sboccatura 2013. Perfetto ed invitante alla vista, accattivante frutto giallo all’olfatto, sicuramente secco ma dall’insolita dotazione alcolica (almeno in sensazione, in realtà un normale 13% di volume alcolico) che a par mio esalta la rotondità di un ribadito frutto giallo (un pò pesca nettarina un pò albicocca). Uscita dal palato giustamente lunga ed armoniosa pulizia; nessuna nota ossidativa (nonostante il solito stress da “accatastamento”)

d.c.

Franciacorta (ma non del Consorzio) I love You…terza puntata

Brut millesimato 2008 Blanc de Blancs Rizzini, prodotto dall’azienda agricola Boniotti Angela di Monticelli Brusati: questa è la meraviglia (perché di vera eccellenza si tratta) che ho incontrato oggi. Elegante in tutti i suoi aspetti: dal habillage dell’etichetta, di sobrietà essenziale, ai profumi di rara fragranza su temi di frutta gialla, che si ribadiscono in tutta la loro croccantezza al palato. Non ricordo tanto splendore per prodotti franciacortini analoghi. L’esclusività di 9.000 bottiglie prodotte richiede un prezzo adeguato.

d.c.

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Franciacorta…I love you… Seconda puntata (e marchetta allo zio!)

Una cena improvvisata con amici , un vino spumante sempre in ghiacciaia… Questa volta era il turno del Brut “base” Armonia delle Cantorie da Gussago. 

Bello, “snello”, gradevolissimo. Un naso delicato e dolce, una freschezza mai troppo invasiva, ma che invoglia la bevuta, in bocca estremamente godibile, con una frutta a pasta gialla leggermente dolce. Bottiglia finita in pochi minuti… Per fortuna in cantina la dotazione è sufficiente per incontrare l’arsura degli assetati… Il tutto con poco più di 10 eur!

d.c.