Parenti e super bollicine. Arrivano i brindisi di Natale?

Stavolta l’occasione è una cena da un cugino che, da qualche anno, con l’avvicinarsi di dicembre organizza intime cene di famiglia.
La scusa è quella di “svecchiare” la cantina per far spazio al sopraggiungere dei regali natalizi e quindi, pur variando il menù, la costante è sempre quella: bere prestigiose bollicine.
Chiama quando vuoi…. Presente!
Lo scorso anno siamo stati deliziati con una mini verticale di Cristal (annate 2006 e 2007). Quest’anno al fine di mantenere l’elevato standing per prestigio ed eccellenza, abbiamo optato per la massima espressione dell’arte champenoise della Moët & Chandon: il Dom Pérignon, etichetta lanciata sul finire degli anni ’30 del novecento probabilmente proprio per contrastare il blasone di Roederer arrivato qualche anno prima sul mercato delle “bollicine di lusso”.
Non ha certo bisogno di alcuna presentazione. Dedicato a Pierre Pérignon (monaco che, anche se qualcuno non ritiene l’inventore dello champagne, sul finire del XVII secolo ha ampiamente contribuito a rivoluzionare la viticultura e il vino), siede a pieno titolo nell’Olimpo delle migliori bollicine al mondo.
Prodotto solo nei migliori millesimi con un sapiente assemblaggio di selezionate Cru di Chardonnay e Pinot Noir riposa sur lies per almeno otto anni ed è vocato a estremo invecchiamento pronto per sfidare i decenni.
Ma bando alle chiacchiere e passiamo al bicchiere, lasciamoci sedurre finalmente dalla grazia di questo Dom Pérignon Vintage 2006. Occhieggia brillante l’oro nel giallo intenso costellato dalle finissime bollicine dell’ipnotizzante perlage. Naso di aggraziata e precisa intensità, bouquet etereo, complesso e intrigante di rara sensualità (uso improprio del termine? Provare per credere). Fiori bianchi poi frutta candita, ricordi di fieno, fragranza di nocciola tostata in cui poi entrano burro di arachidi e un delicato zucchero filato, il tutto in armonioso equilibrio aromatico. Sorso sapido, avvolgente di appagante lunghezza, lievi rimandi di torrefazione in un crescendo di ammaliante e soave cremosità.
Tra le più eleganti bollicine mai bevute. Noblesse oblige.

Quale miglior modo, anche se giocato un po’ in anticipo, per dar il via ai brindisi di Natale??
Grazie cugino.

R.R.

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