Ciampagnis Vieris 2015. Vie di Romans.

Lo Chardonnay che non ti aspetti. O perlomeno che non ricordi!

È per me un abominio stappare una bottiglia, a cui auguri, perlomeno, 15 anni di vita. Eppure sono stato io stesso autore di cotanto (ed efferato) delitto. Ma un vino, quando è grande, è capace di essere straordinario in ogni fase della sua evoluzione. E così questo Chardonnay, di provenienza friulana, di modello borgognone, e di imprevedibile gioventù ha illuminato una già buia serata. Al naso scatena con improvvida intensità, come solo un ragazzino sa fare, il calore del sole: c’è di tutto in quella cascata di profumi, dalla frutta gialla matura ai fiori di campo, passa da erbe aromatiche sino alla burrosità tostata dei legni di fermentazione. C’è l’albicocca, il pompelmo rosa, la banana, e poi la salvia. In bocca ti scarica la sua iniezione da torpedine, ti stordisce tutto appoggiato sulle durezze, che celano completamente le rotondità alcoliche, la cui presenza è rilevata esclusivamente dalle note in etichetta. Si muove al palato, vibra… continua a vibrare: è una persistenza tattile. Infinita.

d.c.

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