Settimana enigmistica: aguzzate la vista

Guardate che cosa curiosa: mi sono trovato di fronte a due bottiglie prodotte dalla medesima cantina, molto simili, troppo simili, ma non uguali. In perfetto stile enigmistico trovate le differenze e poi spiegatemi il perché… roba da cervelloni del marketing e da studi legali. Il primo lettore che troverà la soluzione vincerà una spumeggiante sorpresa…

I bottiglia


II bottiglia 


Un aiutino? …è sparito Azienda!

Osservare il dettaglio.





I bottiglia: retroetichetta.


II bottiglia… e tutte le utili informazioni sono sparite…


Tappo: anonimo il primo…


…anonimo il secondo!


Il primo vino nel bicchiere: il deciso colore tendente all’oro ed un olfatto con nette note ossidate fanno pensare che il campione è decisamente più…?


… più vecchio del secondo vino, dai colori più tenui e dai profumi ed aromi più delicati e piacevoli.


Forse Vi ho raccontato troppo! Ora attendo le Vostre ipotesi: al fortunato vincitore in omaggio una straordinaria degustazione di Vini spumanti piacentini attentamente selezionati.

Alcuni dettagli delle due bottiglie: prodotte da F&P marchio commerciale della più nota Quattro Valli, una delle più importanti realtà vitivinicole piacentine. I vitigni utilizzati scopriamo essere: Chardonnay, Pinot nero ed il tipico Ortrugo. Spumantizzazione in autoclave, ma il secondo vino (evidentemente più giovane) è sorprendentemente fine e piacevole, ne temo la tenuta nel tempo. Volume alcolico leggero leggero (11,5%) da farne un gradevole vino da aperitivo.

d.c.

Un gelato al limon…gelato al limon…

…libertà e per linee colorate, ecco quello che io ti darò. E la sensualità delle vite disperate, ecco il dono che io ti farò…”.

Chissà a che cosa si ispirasse l’avvocato astigiano? Io ho un sospetto! A me, vita disperata, ed al mio Zind  Humbrecht (Riesling 2001 Heimbourg, Alsace Aoc) che con il suo arcobaleno ha illuminato questo uggioso pomeriggio autunnale. E come di fronte ad un miracolo, bisogna rimanere senza parole, e lasciarsi abbandonare alle suggestioni. 

d.c.

Il gusto dell’antico del Sangiovese

Antica la zona di produzione, antica la cantina (narrata sin dal medioevo), ma soprattutto antico il gusto di un vino, per lo scrivente dal fascino impareggiabile. Chiaccherata ed un po’ dimenticata la denominazione di origine per eccessi modernisti inseguiti da molti dei produttori aderenti, forse troppo stretti nella morsa di un Chianti iper produttivo e dall’irrefrenabile marketing promozionale e dal non troppo lontano “Sua Maestà” il Brunello. Ma qui no! La forte sensazione nell’avvicinare il bicchiere è di arrampicarsi nella storia e nel cuore del Sangiovese. Riserva 2005 che scopriamo prodotta in 6.000 esemplari, nell’assemblaggio storico tra uve di Sangiovese (75%) ed una quota a complemento di Cannaiolo e Cabernet Sauvignon (ricordo che lo stesso dimora sulle colline intorno a Firenze dai tempi di Caterina de’Medici, importato dalla stessa e chiamata “uva francesca”).  Il rosso rubino nel bicchiere comincia a virare su note decisamente granate. I profumi sono intensissimi, ancora fortemente giocati su note di frutta rossa, marasca su tutti, ed una viola leggermente passita e suadente. L’aggettivo più corretto è signorile, quasi aristocratico. Solo dopo un po’ di ossigenazione avanzano note terziarie di tabacco e cuoio. In bocca l’acidità è persino aggressiva, donando note di spigolosità detergente. Qui la retrolfattazione restituisce note terrose e di tabacco. La componente alcolica seppur presente (13%) non è mai percepita. Persistenza lunghissima per un oblio di suggestioni.

Villa il Poggiolo, Riserva 2005, Cianchi Baldazzi, Carmignano docg.

d.c.



Tappo nobile e perfetto nonostante 11 anni.


Sanguis Giovis….