Rebo, vino da invecchiamento

Qualche anno fa dedicai un po’ di attenzione ai vini nati dal misterioso vitigno Rebo, incrocio tra Merlot e Teroldego creato nel dopoguerra nella straordinaria “scuola” di San Michele all’ Adige dagli studi di Rebo Rigotti. Più facilmente rintracciabile in Trentino, sperimentato presso le cantine del Benaco bresciano alla fine dei primi lustri del nuovo millennio. Risale ad allora la mia raccolta e le mie bevute…

Così come risale al 2008 la vendemmia dello splendido Rebo stappato oggi. Ancora IGT del Benaco bresciano, Singia (che a mia memoria topografica è indicazione della vigna), Cascina Belmonte in Muscoline, località Moniga del Bosco (siamo ancora nella valle del Chiese, la vista del lago è inibita pur essendo a poche centinaia di metri dalla sommità della collina morenica).  Generoso il volume alcolico (14,5%). Sorprendente la vivacità e la vitalità del vino nel nostro bicchiere. Di un bel rubino intenso, impenetrabile. Mi sarei aspettato pennellate granate se non aranciate, qui introvabili. Naso intenso e delicato, giocato su note nette di mirtillo e di polveroso cacao, ma su uno sfondo decisamente “smaltato”.  In bocca meno intenso che all’olfatto, ma la tenuta di un’acidità ferrea bilancia la componente alcolica mai invasiva.  Delizioso il ritorno cioccolatoso, che sostiene la persistenza a livelli da record di durata.

Chi l’avrebbe mai detto di una tenuta del tempo tanto granitica, mantenendo il prodotto non solo integro, ma probabilmente non ancora al culmine della propria evoluzione (tranquilli compari… ne ho ancora un esemplare in cantina!). Avvicinato in abbinamento al primo spiedo dell’anno, ne è uscito come regale e perfetto compagno.

d.c.


Analisi di un tappo perfetto.


Il dettaglio di un’etichetta a mio giudizio bellissima (ed oramai abbandonata esaminate le ultime release).


I dettagli in controetichetta.


L’intensità di colore.

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