
A quarant’anni dalla prima esperienza, Graziano Merotto torna alle origini e presenta il Metodo Classico Rosé Pas Dosé 2022
Gli anni di lavoro e dedizione al vino si vedono dalle mani. Quelle di Graziano Merotto non ne raccontano solo una di storia, ma tante, tra successi e difficoltà, tra tempi diversi da quelli di oggi ma accomunati da un unico obiettivo: lavorare duramente per produrre un vino di alta qualità. Quel vino in origine non era il Prosecco che presta il nome alle Colline Unesco, bensì un Metodo Classico da Pinot Nero in purezza, un omaggio ad un territorio che, se saputo leggere e interpretare, può diventare un compagno straordinario di vita. È infatti tra quelle Colline, tra Col San Martino e Farra di Soligo, che Graziano Merotto inizia a scrivere la sua storia, nel 1972. Parte dalle cose semplici, 1.400 metri di terreno coltivabile e l’ingrediente fondamentale, il coraggio – unito a una passione contagiosa e a un genuino entusiasmo. Questo connubio diventa il motore che porterà l’azienda ad affermarsi e soprattutto distinguersi nel panorama enologico italiano. Affascinato dal Pinot Nero, negli anni ’80 Graziano acquista le prime pupitres e si avvicina al Metodo Classico con umiltà realizzando pochissime bottiglie, quasi per consumo personale, lavorando personalmente e a mano le sue vigne seguendo una tradizione ricca di storia e conoscenze.
Il resto è, come si suol dire, storia. Nella sua carriera – che continua con energia e successo – Graziano si è dedicato esclusivamente al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore raggiungendo risultati importanti. Un traguardo che parte dalla proprietà di splendidi vigneti in tutta la denominazione che, oltre alla Glera di collina, contempla straordinarie vigne di Pinot Nero a Col San Martino, una rarità per l’area.
Nel 2025 Graziano Merotto festeggia una vita di lavoro, di sacrifici, di successi. Soprattutto, di imprenditorialità coraggiosa e che forse oggi non sarebbe più possibile replicare. Una carriera che vuole anche essere simbolo di una capacità di fare impresa e fare vino del territorio, nella quale anche altri produttori locali possano riconoscersi; e, al tempo stesso, una testimonianza che possa essere di ispirazione per i giovani e per chi oggi vuole iniziare a fare impresa nel settore del vino, tra quelle stesse colline.
In occasione del suo ottantesimo anno di vita, Graziano Merotto ha deciso di riallacciare un filo tra memoria e futuro con una rivisitazione del suo vino prodige. Nasce così il Metodo Classico Rosè Pas Dosé 2022, da Pinot Nero in purezza, di cuiora si può degustare una piccola prima sboccatura. Un omaggio alle radici, alle sfide e alla famiglia(l’etichetta è dedicata a Rossella, che è stata preziosa compagna di vita e lavoro, di cui in etichetta si può leggere in sottofondo la desinenzadel nome) nonché un testimone di valore per le imprese coraggiose del territorio. Con il millesimo 2022, da uve Pinot Nero 100%, ha prodotto un Metodo Classico Rosé in tiratura limitata, il Pas Dosè 2022: 6.000 bottiglie insieme a qualche grande formato.
Il nuovo cammino del Metodo Classico a firma Merotto non vedrà esemplari del millesimo 2023 perché l’annata non ha avuto le caratteristiche adatte, per poi ripresentarsi con il millesimo 2024 attraverso un Metodo Classico bianco, a base di Pinot Bianco, Pinot Nero e un piccolo saldo di Riesling. Il rinnovato impegno verso il Metodo Classico a firma Graziano Merotto evidenzia la volontà di dedicare solo le vendemmie migliori alla produzione di Metodo Classico, che potrà essere Bianco o Rosé o, in qualche annata, vedere entrambe le versioni.
Una piccola sfida, dunque, che vivrà a lato del cuore produttivo di Graziano Merotto che è e sarà sempre il grande Prosecco di collina.