Avrete capito che ho dei gusti strani, si…mi piacciono i vini strani, ma solo quelli che mi sanno raccontare qualche cosa. Ed è il caso del Franciacorta che andrò a svelarvi. Strano? Un pochino si, tanto da considerarlo un esperimento: prodotto presso gli ottimi Majolini, con cantina in Ome, un Brut Blanc de noir da sole uve di pinot nero, da un solo cru (per il quale il mito racconterebbe l’affioramento di una stratificazione di gesso… Come se fossimo a Mesnil sur l’Oger… Sinceramente però non ho mai visto terreni poi così bianchi…). L’ho tenuto, come mia abitudine, un po’ in cantina ad affinarsi: mi piace “stressare” il prodotto, se c’è qualità, questa, con un po’ di attesa, viene esaltata. L’etichetta denuncia sboccatura 2012. Raro? Ve l’ho detto che era un esperimento! Sono stato un privilegiato a godere di qualcuna delle 2.700 bottiglie prodotte. E privilegio è stato! Vino di rara finezza ed eleganza. Bellissimo alla vista, con un perlage degno di un grande champagne, olfatto giocato su delicate note agrumate tra il lime ed il bergamotto, palato tagliente, secchissimo, di persistenza infinita. Questo è un vino che amo. Amici miei, ne ho ancora 2 esemplari depositati in cantina… Vi aspetto.
d.c.

Non ho mai fatto mistero che fu il Gattinara di Travaglini, per il tramite di una qualche vendemmia antica, ha palesarmi la mia inguaribile nebbiolo dipendenza: non l’austero Barolo o l’elegante Barbaresco, che pur amo visceralmente, e nemmeno l’eroico valtellinese, che mi commuove tutte le volte al suo assaggio, bensì il fresco, ed a volte un po’ rustico vino che viene dal piccolo Comune su cui cala l’ombra dell’imponente Monte Rosa. Che cosa mi ha mai dato di più? Credo in realtà nulla, se non una, appunto, antica emozione intellettuale e contadina.

Ma che fine hanno fatto le “Riserve” in Franciacorta? Attendendo dì trovarne una sul mio cammino oggi mi sono dedicato ad una riserva in pectore ossia un millesimo di Ronco Calino del 2009: prodotto da uve 65% chardonnay e 35% Pinot nero coltivate nel bellissimo anfiteatro morenico vicino alla cantina di Cazzago San Martino. La bottiglia affrontata viene segnalata nel lotto di sboccatura settembre 2015. Semplicemente “bello”: in tutte le sue caratteristiche. Giallo paglierino già con riflessi dorati, perlato da infinite effervescenze finissime. Olfatto di suprema eleganza, di ispirazione fin troppo champagneggiante (…). Eleganza che si ritrova al palato accompagnata da una persistenza notevole tutta giocata tra una freschezza tagliente ed un frutto giallo ed agrumato. Oggi perfetto, ma forse riuscirà a superare facilmente ancora qualche anno in cantina. Interessante il fatto che il cantiniere di Ronco Calino annunci un 2010 ancora più interessante.